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    Chemioterapia: Accompagnamento ottenuto

    Questa è la storia del signor Neri, paziente oncologico sottoposto a chemioterapia per un tumore, al quale non era stato riconosciuta l’indennità di accompagnamento.
    Continua a leggere per scoprire come abbiamo aiutato il sig. Neri ad ottenere quanto gli spettava. Chemioterapia: accompagnamento ottenuto!

    Il caso

    Il signor Neri (nome di fantasia per proteggerne la privacy) ci ha contattato tramite messenger, incuriosito dai nostri servizi per l’ottenimento dell’indennità di accompagnamento.

    Ci ha subito raccontato la sua storia, tra la malattia e le continue sedute di chemioterapia, senza ancora alcuna data di conclusione dei vari cicli all’orizzonte.

    Data la sua situazione, aveva presentato la domanda amministrativa per il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento.

    Quando però gli arrivò il verdetto della Commissione Medica che si era occupata della sua domanda, il sig. Neri ebbe una brutta sorpresa. La Commissione infatti lo aveva riconosciuto invalido al 100%, ma senza altra prestazione, negandogli quindi il diritto all’indennità di accompagnamento.

    È stato allora che il sig. Neri ha deciso di mettersi in contatto con noi e richiedere una consulenza sul suo caso.

     

     

    La consulenza

    Per prima cosa abbiamo chiesto al sig. Neri di trasmetterci il verbale della Commissione Medica.
    Su questo vi era scritto:

    • Anamnesi: Esiti di intervento per k colon – colostomia fianco sx – mts epatiche in trattamento chemioterapico;
    • Esame obiettivo: condizioni generali discrete
    • Altra documentazione sanitaria: dimissioni, visita oncologica, esame istologico, Tac.

    A questo proposito, è bene chiarire che la giurisprudenza della Cassazione unanimemente riconosce l’indennità di accompagnamento alle persone sottoposte a chemioterapia, quando gli effetti di questa siano tali da compromettere lo svolgimento degli atti quotidiani della vita.

    Infatti la chemioterapia spesso ha effetti così gravi da compromettere le attività ordinarie, soprattutto nei giorni immediatamente successivi ed è considerata tra i motivi più comuni per la richiesta dell’indennità di accompagnamento.

    Cosa abbiamo fatto per lui?

    Concordate le modalità per l’affidamento dell’incarico, abbiamo subito proceduto alla redazione del ricorso, precisando gli orientamenti giurisprudenziali a nostro favore per il raggiungimento dell’obiettivo.

    All’udienza in Tribunale (in cui non era necessaria la presenza del nostro assistito), sono stati assegnati i termini entro i quali il consulente tecnico d’ufficio avrebbe dovuto effettuare la visita medica e predisporre la relazione.

    Nel giorno stabilito, il sig. Neri si è recato presso lo studio medico del dott. Rossi, dove è stato sottoposto ad una visita medica congrua, reale e rispettosa dei diritti della persona e volta a valutare correttamente gli effetti invalidanti delle terapie sulla vita di tutti i giorni.

    Paziente in chemioterapia: Accompagnamento ottenuto!

    Dopo 30 giorni ci è stata trasmessa una bozza della relazione, che accertava la sussistenza dei requisiti sanitari necessari per il riconoscimento dell’accompagnamento per il periodo limitato alle terapie mediche fortemente invasive.

    I tempi della giustizia purtroppo spesso non sono sovrapponibili alle necessità.

    Infatti la relazione è arrivata insieme ad una bella notizia da parte del sig. Neri: il nostro cliente aveva concluso la chemioterapia.

    Pochi giorni dopo la conclusione delle terapie, il sig. Neri si è visto accreditare sul suo conto corrente tutti i ratei arretrati riconosciuti.

    Tu o un tuo familiare vi trovate in una situazione simile a quella del sig. Neri? Siamo pronti ad ascoltare la vostra storia e a batterci per i vostri diritti!

    Richiedi una consulenza contattandoci tramite il form o inviando un”email a info@risarcimentierimborsi.it.

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