Chi può iscriversi al collocamento mirato?

Chi può iscriversi al collocamento mirato? Di cosa si tratta? Che benefici sono previsti? Come ci si può iscrivere? Scopriamolo insieme in questo articolo!
Indice
Cos’è il collocamento mirato?
Avrai sentito parlare spesso del cosiddetto collocamento mirato, ma di cosa si tratta nello specifico?
Il collocamento mirato è un sistema di servizi per facilitare l’ingresso nel mondo lavorativo delle persone appartenenti alle categorie protette.
Nel collocamento mirato rientra una serie di servizi diversi, con lo scopo di valorizzare le capacità di ciascuno e trovare l’impiego più adatto ad ognuno. Data la grande varietà di esigenze che possono avere le persone appartenenti alle categorie protette, il collocamento mirato prevede la collaborazione di servizi sociali, sanitari, educativi e formativi.
Più nel concreto, il collocamento mirato si occupa di mettere in contatto i datori di lavoro con persone affette da disabilità e invalidità o rientranti in una delle categorie che vedremo tra poco.
Queste liste di collocamento speciali devono essere utilizzate dai datori di lavoro con aziende con più di 15 dipendenti, al fine di garantire la presenza della quota di riserva. Si tratta di un numero di posti di lavoro da riservare alle persone che fanno parte delle categorie protette.
I professionisti che lavorano nel collocamento mirato non si limitano solo a mettere in contatto i datori di lavoro con i futuri dipendenti, ma attuano interventi mirati e provvedono all’avviamento al lavoro dei soggetti nelle liste.
Ma chi sono, nel dettaglio, i lavoratori che rientrano nelle categorie protette? Chi può iscriversi al collocamento mirato?
Chi può iscriversi al collocamento mirato?
Abbiamo nominato più volte le categorie protette; vediamo adesso chi ne fa parte e chi può iscriversi al collocamento mirato:
- le persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali ed i portatori di handicap intellettivo, in possesso di riduzione della capacità lavorativa (invalidità) superiore al 45%;
- gli invalidi del lavoro, con un grado di invalidità, accertato dall’Inail, superiore al 33%;
- i ciechi assoluti o le persone con un residuo visivo non superiore a 1/10 a entrambi gli occhi;
- i sordomuti, cioè le persone colpite da sordità sin dalla nascita o prima dell’apprendimento della parola;
- le persone che percepiscono l’assegno di invalidità civile, per accertamento da parte dell’Inps di una riduzione permanente a meno di 1/3 della capacità lavorativa;
- gli invalidi di guerra, gli invalidi civili di guerra e gli invalidi per servizio con minorazioni ascritte dalla 1° all’8° categoria.
Sono soggetti a una particolare tutela anche:
- orfani e coniugi superstiti dei lavoratori deceduti per causa di lavoro, guerra o servizio, o per l’aggravarsi dell’invalidità derivante da tali cause;
- coniugi e figli di grandi invalidi di guerra, di servizio o di lavoro;
- profughi italiani rimpatriati;
- familiari delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Gli invalidi totali (con percentuale di invalidità pari al 100%) possono iscriversi nelle liste speciali per accedere al lavoro o a percorsi di inserimento mirato, ma solo se hanno ancora una residua capacità lavorativa.
Come iscriversi al collocamento mirato?
Adesso che sai cos’è e per chi è disponibile il collocamento mirato, vediamo come iscriversi.
La prima cosa da fare è ottenere il verbale della commissione medica che attesti l’invalidità del soggetto o un documento che dimostri la sua condizione di svantaggio.
Porta la tua documentazione presso un centro per l’impiego territoriale e rivolgiti ai servizi per l’inserimento mirato dei disabili e delle categorie protette.
Conoscerai i professionisti che si occuperanno di te con un colloquio conoscitivo, in cui verranno anche raccolte le informazioni per comprendere le potenzialità lavorative e le esperienze.
Dopo il colloquio, sarà preparata una relazione conclusiva da parte della commissione sanitaria integrata, che convocherà il lavoratore e indicherà il tipo di percorso lavorativo da intraprendere.
Sulla base delle indicazioni della commissione sanitaria integrata, il centro per l’impiego convocherà il lavoratore per predisporre il progetto di inserimento lavorativo ed erogare i servizi riservati per ogni tipologia di profilo. Terminata la procedura, il lavoratore sarà inserito nella graduatoria unica.
Cosa fare se l’INPS non riconosce quanto ti spetta?
In questo articolo abbiamo visto chi può iscriversi al collocamento mirato. Le persone appartenenti alle categorie protette possono così entrare nel mondo del lavoro con il supporto di cui hanno bisogno. Anche gli invalidi civili possono lavorare e percepire contemporaneamente i benefici INPS.
Nella mia esperienza da avvocato civilista, ho incontrato però molte persone a cui è stata riconosciuta una percentuale di invalidità inferiore al reale e a cui sono stati quindi negati i benefici.
Se ti trovi nella stessa situazione, non arrenderti!
Nel caso in cui l’Inps abbia respinto a torto la tua domanda di riconoscimento per l’invalidità civile o ti abbia riconosciuto una percentuale di invalidità inferiore a quanto ti spetta, non perdere tempo!
Entro sei mesi dal ricevimento del verbale è possibile fare ricorso.
Noi di Risarcimenti & Rimborsi siamo pronti ad ascoltare la vostra storia e a batterci per i vostri diritti!
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