L’invalido civile può lavorare?

L’invalido civile può lavorare? Si può fare domanda d’invalidità senza perdere il lavoro? Che benefici sono previsti per gli invalidi civili nel mondo del lavoro? Scopriamolo subito!
Invalidità e lavoro: come funziona?
Quando si parla di invalidità, spesso ci si concentra sul verbale o su benefici previsti. Ma come funziona tra invalidità e lavoro? L’invalido civile può lavorare?
Questa è una delle domande che mi vengono poste più di frequente. Pur avendo patologie invalidanti, molte persone decidono di non presentare domanda d’invalidità per paura di perdere il lavoro o di non poter più lavorare. Ma questa paura è fondata?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo fare una distinzione importante. Bisogna innanzitutto distinguere tra inabilità lavorativa e invalidità civile.
Inabilità lavorativa
Il primo caso che vediamo è quello dell’inabilità lavorativa.
Per la legge, una persona è ritenuta inabile al lavoro se non è in grado, in modo assoluto e perentorio, di poter svolgere alcuna attività lavorativa.
Data la loro impossibilità di lavorare, le persone ritenute inabili al lavoro hanno diritto a ricevere la pensione di inabilità lavorativa. Per richiedere questa prestazione, il soggetto deve anche avere almeno 5 anni di anzianità assicurativa (devono essere trascorsi almeno 5 anni dalla data di inizio dell’assicurazione) e contributiva, almeno 3 dei quali maturati nei 5 anni precedenti la domanda di pensione.
Si tratta di un assegno corrisposto ogni mese, il cui importo è calcolato sulla base dei contributi effettivamente versati. Questa pensione è incompatibile con qualsiasi tipo di attività lavorativa.
Invalidità civile
La situazione cambia quando parliamo di invalidità civile. Per gli invalidi civili sono previsti benefici di tipo diverso a seconda della percentuale di invalidità riconosciuta dall’INPS.
Se il richiedente è stato riconosciuto invalido civile con una percentuale di invalidità del 100%, la pensione di inabilità è compatibile con il reddito da lavoro, come pure con altre prestazioni a carattere previdenziale erogate da forme di previdenza obbligatoria (come l’assegno ordinario di invalidità).
Per beneficiare della pensione bisogna anche non superare i limiti di reddito previsti annualmente. Per il 2020 il limite di reddito previsto è pari a 16.982,49€.
Ti ricordo che per richiedere l’aumento della pensione introdotto nel 2020, con importo nuovo pari a 651 euro mensili, il limite reddituale previsto è più basso.
Se il richiedente invece ha un’invalidità riconosciuta che va dal 74% al 99%, potrà lavorare e ricevere anche l’assegno mensile di invalidità solo nel caso in cui il reddito da lavoro ottenuto non superi i 4.926,35€ annui. Questa è l’unica eccezione tramite cui un invalido dal 74% al 99% può percepire l’assegno mensile e lavorare. Per percepire l’assegno mensile infatti bisognerebbe essere disoccupati.
Cosa sono le liste di collocamento mirato?
Abbiamo visto tutti i casi in cui l’invalido civile può lavorare e avere diritto anche ai benefici INPS. Ma come si può cercare un lavoro compatibile con la propria invalidità?
In questo caso vengono in aiuto ai cittadini delle liste di collocamento speciali, chiamate liste di collocamento mirato.
Iscriversi nella lista della categoria dei lavoratori protetti permette un inserimento nel mondo del lavoro più semplice agli invalidi che vogliono lavorare.
I datori di lavoro di aziende e società con più di 15 dipendenti sono infatti obbligati a riservare una parte dei posti di lavoro ai lavoratori protetti. Per avere la possibilità di essere assunti dalle aziende è quindi necessario essere iscritti alle liste di collocamento mirato.
Cosa fare se l’INPS non riconosce quanto ti spetta?
Come abbiamo visto in questo articolo, l’invalido civile può lavorare e percepire contemporaneamente i benefici INPS.
Nella mia esperienza da avvocato civilista, ho incontrato però molte persone a cui è stata riconosciuta una percentuale di invalidità inferiore al reale e a cui sono stati quindi negati i benefici.
Se ti trovi nella stessa situazione, non arrenderti!
Nel caso in cui l’Inps abbia respinto a torto la tua domanda di riconoscimento per l’invalidità civile o ti abbia riconosciuto una percentuale di invalidità inferiore a quanto ti spetta, non perdere tempo!
Entro sei mesi dal ricevimento del verbale è possibile fare ricorso.
Noi di Risarcimenti & Rimborsi siamo pronti ad ascoltare la vostra storia e a batterci per i vostri diritti!
Abbiamo grande esperienza nei ricorsi contro l’Inps e studieremo il vostro caso con l’attenzione e la cura che merita, offrendovi tutto il supporto necessario.
Richiedi subito la tua consulenza gratuita contattandoci tramite il form o inviando un’email a info@risarcimentierimborsi.it.
Lucia M
11 Agosto 2022 at 21:42Buuonasera
Mio figlio anni 10,diabetico da Gennaio 2019.
Riconosciuta invalidita’ 100% e indennita’ di accompagnamento.
Revisionato a Febbraio 2022,riconosciuta invalidità e indennità di frequenza. (verbale 22/02/22)mai notificato personalmente,solo nel portale Inps
Essendo un bambino,non è in grado di compiere gli atti quotidiani della vita in totale autonomia come appunto dicono le linee guida inps.
Ha senso fare ricorso per ottenere accopagnamento vista l’età?
Grazie
Lucia Mulas
Monica
27 Febbraio 2023 at 11:30Buongiorno mi trovo in una situazione spiacevole mi avevano riconosciuto una invalidità al 100% ora mi ritrovo che me hanno abbassata all’80% ma la mia salute non è cambiata cosa posso fare