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    Malasanità da parto

    Quando si parla di malasanità ci si riferisce a situazioni molto delicate: si tratta di casi in cui un errore medico, commesso da uno o più sanitari, ha delle conseguenze negative su un paziente. Le conseguenze possono essere di diversa gravità, talvolta poco gravi, talvolta molto serie e in alcuni casi tragici si può anche verificare la morte del paziente.

    È chiaro che non si può attribuire ogni responsabilità di aggravamenti o decessi al medico che si occupava della persona: quando si parla di malasanità, e di conseguenza anche di risarcimento malasanità, bisogna prima di ogni altra cosa poter dimostrare e documentare che esiste un collegamento tra il danno al paziente e il comportamento “negligente, imperito ed imprudente” dei sanitari che lo avevano in cura.

    In alcune situazioni l’errore medico può essere particolarmente serio: è il caso della malasanità da parto.

    Sono momenti molto delicati quelli della gravidanza e del parto, quindi dell’affacciarsi di una nuova vita: talvolta purtroppo vengono funestati da problematiche che avrebbero potuto essere evitate con una corretta gestione medica. Si ritiene che ci siano i presupposti per la richiesta di un risarcimento per malasanità da parto quando la condotta errata del professionista sanitario può essere messa in relazione con conseguenza patologica per il feto (o se durante il parto per il bambino) o per la donna incinta.

    Per fortuna non succede di frequente che si presentino conseguenze gravi, ma è opportuno approfondire ogniqualvolta si presentino problemi su un neonato o su una gestante, tenendo presente che esistono forme di risarcimenti per malasanità e che va compreso se ci sono gli estremi per parlare di questo.

    Linee guida in gravidanza per evitare errori medici e gravi conseguenze

    Il periodo in cui una donna aspetta un figlio è molto particolare, emotivamente e fisicamente. Esistono diverse scuole di pensiero sull’opportunità di seguire in modo medicalizzato oppure fisiologico la gravidanza: l’indicazione principale è che ci sia un’adeguata assistenza medica, con lo scopo di evitare complicazioni o problemi tali da danneggiare la madre e/o il bambino e di riconoscere eventuali anomalie. Questo è il motivo per cui esistono le linee guida nazionali. Le linee guida sono raccomandazioni di comportamento che sono state osservate, comprese e redatte sulla base delle evidenze scientifiche in materia, il cui scopo è offrire un’assistenza standardizzata: da un lato questa porta a gestire al meglio la donna incinta, individuando eventuali problemi il prima possibile; dall’altro, la standardizzazione viene cercata proprio per ridurre la possibilità di errori medici, dando indicazioni a cui allinearsi. Se dovesse verificarsi un mancato rispetto delle linee guida si potrebbe incorrere proprio nella situazione che si cerca di evitare: quella della malasanità da parto, che può provocare conseguenze nella donna e nel feto se non addirittura un danno da parto.

    Esistono quindi, indicate nelle linee guida, una serie di indicazioni prudenziali da seguire, volte a evitare errori medici, danni fisici, danni biologici e danni morali. Se queste indicazioni non sono seguite si può trattare di errore medico: infatti, potrebbero non essere così viste eventuali complicazioni nella madre o problematiche e anomalie del feto che a loro volta possono causare un danno. Si parla di risarcimento danni malasanità in gravidanza proprio se si ritiene (e se si documenta, naturalmente, nel modo opportuno) che il danno si sarebbe potuto evitare seguendo correttamente le linee guida.

    Il parto: quali errori medici possono causare un danno da parto?

    Quando la gravidanza giunge al termine si prospettano il travaglio e il parto. In questa fase è cruciale monitorare il benessere fetale: lo stress durante il parto coinvolge infatti anche il nascituro ed è essenziale che ci siano puntuali e attente verifiche del benessere del bambino. È importantissimo che vengano controllate l’intensità e la frequenza delle contrazioni, lo stato del collo dell’utero (cervice), il procedere regolare e in tempi sicuri del bambino nel canale del parto e la frequenza cardiaca del nascituro.

    Le situazioni potenzialmente critiche sono molte, segnaliamo qui le più immediate da riconoscere:

    –       Errore o omissione nella verifica e valutazione della sofferenza fetale (è quindi cruciale effettuare regolarmente e valutare nel modo corretto i cosiddetti tracciati cardiotocografici)

    –       Ritardo o errore nell’esecuzione del parto cesareo o del parto operativo

    –       Lesioni riportate dal neonato durante il parto, come nel caso del parto distocico: distocia della spalla, frattura della clavicola, talvolta seria lesione a carico del plesso brachiale

    –       Residui di placenta rimasti in utero o scorrette pratiche di disinfezione che possono creare infezioni alla donna

    –       Frattura delle costole della donna durante il parto

    –       Ipossia (riduzione o mancanza dell’apporto di ossigeno) al bambino durante il parto, con conseguenze di diversa portata e drammatiche possibili; esistono anche molte altre condizioni che possono verificarsi in acuto durante il parto e si considera che il 15% di queste circostanze e dei danni conseguenti derivino proprio da scorretta gestione del parto.

    Cosa fare in caso di malasanità da parto

    Purtroppo, le questioni legate ai danni da parto possono essere molto gravi: spesso si tratta di gravi danni che compromettono la salute del bambino in modo significativo, come nelle ipossie con conseguenti paresi. In alcuni terribili casi si può verificare il decesso del bambino.

    In caso in cui ci siano importanti conseguenze va compreso quale sia stata la responsabilità dei professionisti sanitari perché se a causare il danno è stato un errore medico il bambino e la sua famiglia hanno diritto a un risarcimento danni per parto.

    Se a seguito di una procedura eseguita scorrettamente (o non eseguita) un bambino riporta conseguenze che influenzano la sua qualità di vita, esiste il diritto ad avere rimborsi per malasanità (compresi i pregiudizi arrecati di riflesso ai familiari, padre, madre e fratelli/sorelle).

    Naturalmente tutta una serie di valutazioni andranno effettuate da specialisti per verificare se la causa di una patologia sia riscontrabile negli errori medici: lo studio della cartella clinica e la visita medico legale permettono di capire se si sia stati vittima di errore sanitario.

    Essere seguiti da un team legale competente che lavora con il supporto del medico legale e del medico specializzato in Ginecologia e Ostetricia consente di comprendere se ci sono state terapie errate, procedure di gestione e monitoraggio della gravidanza non corrette, tempistiche di intervento sbagliate e altri infelici circostanze le cui conseguenze si riversano sul bambino e sui genitori in modo talvolta tragico.

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