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    Pensione accompagnamento anziani: tutto quello che c’è da sapere

    Lo Stato Italiano è detto “welfare state” o “stato sociale”: viene così definito l’insieme delle politiche pubbliche che supportano, sostengono e proteggono i cittadini in merito alle condizioni di maggior fragilità come la malattia, la disoccupazione, la nascita, la disabilità, la vecchiaia. Vivere in uno Stato le cui politiche sociali sono volte alla protezione e al benessere consente di essere assistiti in molte situazioni di bisogno – ovviamente questa tutela è possibile proprio grazie al fatto che i cittadini contribuiscono, tramite il pagamento delle tasse, a creare i fondi per questo tipo di sostegno pubblico.

    Una delle forme di tutela più importanti è quella pensata per le persone anziane che si trovano in una condizione di invalidità. È nota come “pensione di accompagnamento per anziani” (anche se molto spesso si sente usare l’espressione “accompagno anziani”) e prevede naturalmente una procedura specifica per essere richiesta, nonché una serie di requisiti che devono essere presenti affinché venga poi effettivamente assegnata.

    Assegno di accompagnamento anziani requisiti

    Quando ci si informa su questo tipo di sostegno, è importante avere ben chiare tutte le fasi della procedura richiesta invalidità: queste dovranno infatti essere gestite correttamente per assicurarsi di non finire con l’essere esclusi da un supporto economico a cui si ha diritto (o al quale hanno diritto le persone care che si aiutano nell’aspetto burocratico).

    Va innanzitutto stabilito che questo sostegno è previsto dall’INPS solo in alcuni casi: viene erogato in favore delle persone di età avanzata che abbiano bisogno di assistenza nel compiere le attività quotidiane oppure che non possano camminare senza l’aiuto da parte di un accompagnatore. Ecco quindi che se ci si chiede chi ha diritto all’accompagnamento anziani è possibile individuare le prime risposte:

    • per aver diritto alla pensione di accompagnamento per anziani l’età minima è 67 anni;
    • è necessario che sia stata riconosciuta l’invalidità del 100%;
    • è anche necessario che non sia possibile per la persona camminare da sola oppure svolgere da sola le attività quotidiane, quindi che sia sempre prevista la presenza di una persona in aiuto. La circolare del Ministero del Tesoro 14/1992 specifica quali sono gli atti quotidiani in oggetto: principali tra questi sono vestirsi, preparare il cibo e nutrirsi, provvedere alla propria igiene personale, conoscere il valore del denaro, effettuazione degli acquisti per i generi di prima necessità, gestione delle faccende domestiche, orientamento tempo-spaziale, capacità di mettere in pratica autosoccorso o di chiedere aiuto, lettura.
    • il reddito della persona che fa richiesta, relativo all’anno in cui la richiesta viene presentata, non può essere superiore a 17.340,17 euro;
    • è indispensabile avere la cittadinanza italiana o europea, oppure pur avendo la cittadinanza di un Paese extraeuropeo aver ottenuto il permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo;
    • si deve essere residenti in Italia.

    Chiariti i requisiti essenziali, è opportuno conoscere le fasi della procedura per fare la domanda di accompagnamento.

    Come si fa la domanda di accompagnamento anziani?

    La primissima cosa da fare se si ritiene che ci siano le condizioni per questa richiesta di tutela è ottenere il certificato di invalidità al 100%: è necessario rivolgersi al medico di base, che si occupa di inoltrare la domanda all’INPS. In alcuni casi è possibile far partire la procedura già rivolgendosi ad un patronato. È poi necessario sostenere una visita medica in merito alla quale si verrà contattati dall’ASL di riferimento, allo scopo di avere certificato il grado d’invalidità.

    Parte significativa della procedura è fornire tutta la documentazione richiesta, perché per avere l accompagnamento è necessario che ogni aspetto legato alla posizione reddituale e sanitaria sia reso disponibile. Ecco quali sono i documenti da produrre:

    • dati anagrafici sia del richiedente che dell’eventuale coniuge, rappresentante legale oppure amministratore di sostegno;
    • indirizzo di residenza e di domicilio;
    • informazioni che specificano i ricoveri ospedalieri del richiedente;
    • modalità di pagamento ed eventuale delega alla riscossione.

    Se ci si rivolge ad un patronato e se si sceglie di usufruire della nuova procedura semplificata della domanda di accompagnamento per anziani, buona parte di questi dati saranno già raccolti nel modello AP70, che viene compilato dal patronato e trasmesso all’INPS: l’obiettivo e la descrizione stessa del modello sono la “verifica dati socio-economici e reddituali per la concessione delle prestazioni economiche” per poter poi procedere all’erogazione dell’assegno di accompagnamento per anziani.

    Assegno accompagnamento di quanto è?

    Naturalmente visto che si tratta di una forma di sostegno per persone in condizione di necessità è cruciale capire di che importo si disporrà.

    La cifra corrispondente al sussidio di accompagnamento per anziani è di 530,27 euro mensili, e si tratta di un contributo che viene erogato per 12 mensilità annue, a differenza di quanto accade per l’indennità di invalidità civile che prevede anche la tredicesima.

    Per chi si chiede infatti la differenza tra assegno di accompagnamento e assegno di invalidità, va specificato che l’indennità di invalidità può essere riconosciuta a tutte le persone di età compresa tra 18 (in alcuni casi è previsto anche l’accompagnamento per minori, seguendo differenti modalità) e 67 anni che abbiano patologie gravi riconosciute (naturalmente a seguito di idonea procedura e accertamenti), mentre quella per gli anziani non autosufficienti è vincolata al possesso dei requisiti esposti sopra.

    Va infine sottolineato che anche in caso di presenza dei requisiti, l’assegno di accompagnamento anziani non spetta in alcune casistiche:

    • se si è ricoverati gratuitamente in un istituto di cura e se la durata del ricovero supera i 30 giorni;
    • se si percepisce un’indennità per invalidità che rientra nelle tipologie delle invalidità per causa di guerra, o di lavoro oppure di servizio.

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