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    Prepensionamento per depressione cronica: chi lo diagnostica?

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    Abbiamo affrontato nel precedentemente articolo alcune parti del prepensionamento per depressione cronica.
    Ci siamo chiesti se esistesse ed abbiamo appurato che il prepensionamento per depressione cronica esiste, ma chi lo diagnostica e come?
    Difatti, per poter ottenere il prepensionamento per depressione e quindi l’accertamento dell’invalidità civile e inabilità lavorativa a causa della depressione, occorrerà un referto medico specifico.
    Ma prima di vedere quali sono i professionisti che si occupano di questa malattia, rivediamo quali dinamiche bisogna rispettare per poter accedere al prepensionamento per depressione cronica.

    Che cos’è il prepensionamento per depressione cronica?

    Si sente spesso parlare di stress da lavoro, burnout dovuti a eccessivi carichi emotivi lavorativi e mutua erogata per periodi di stress troppo elevati, ma in quali casi la depressione può portare ad un prepensionamento e quindi all’ottenimento di un punteggio percentuale d’invalidità civile?
    Negli ultimi tempi, la depressione è stata finalmente annoverata fra le malattie che permettono di poter usufruire dei benefici della Legge 104.
    Questo può significare per il lavoratore l’assegnazione di un punteggio di invalidità che può tramutarsi in una pensione d’invalidità – in caso di una percentuale uguale o superiore al 75% – o in un prepensionamento per malattia.
    Difatti, in base alla gravita del disturbo psichico – come abbiamo accennato nello scorso articolo, la depressione si divide in diverse gravità – si potrà aver diritto all’invalidità civile e/o all’inabilità al lavoro.
    E’ obbligatorio, ovviamente, che il lavoratore non soffra di “semplice” stress da lavoro – non riconosciuto come patologie nelle tabelle d’invalidità INPS – ma che soffra di una depressione cronica e quindi ciclica nel tempo.
    Questo perché la depressione che dà diritto ad un prepensionamento è una depressione che lede le capacità lavorative del lavoratore.

    Quale depressione dà diritto alla pensione d’invalidità?

    Quindi, quale depressione dà diritto alla pensione d’invalidità?
    Come scritto nel precedente paragrafo, la depressione che dà diritto alla pensione d’invalidità è quella che viene diagnosticata come grave e cronica.
    Quindi, il lavoratore soffre non solo di forti stati angosciosi o apatici, ha pensieri ricorrenti sulla morte, tende ad essere autolesionista o a non compiere le azioni del quotidiano e della normale igiene personale, ma non è in grado di lavorare con successo.
    Questa incapacità deve essersi presentata più volte nell’arco della sua vita e deve essere stata monitorata nel tempo da un professionista.
    Difatti, sebbene una persona possa soffrire di depressione cronica grave, se non si sarà fatto valutare ad ogni ciclo depressivo da un medico specializzato, non potrà accedere alla pensione d’invalidità per depressione cronica, poiché non potrà dimostrare di averne sofferto in passato.
    Appurato che non è possibile autodiagnosticarsi la depressione – come qualsiasi altra malattia, mentale o meno – per poter accedere al percorso necessario all’ottenimento del prepensionamento per depressione, a quale professionista occorre rivolgersi?

    Chi diagnostica la depressione cronica invalidante?

    Qual è il medico preposto alla diagnosi di depressione cronica invalidante che dà accesso al prepensionamento per depressione?
    Come sappiamo per poter richiedere l’inabilità lavorativa per depressione quest’ultima deve essere certificata come cronica e quindi rientrare nelle invalidità emotive, psicologiche e mentali.
    Ma qual è il medico che si occupa di certificare la depressione cronica?
    Sebbene il medico di base possa intervenire per casistiche come la mutua per depressione – può erogare, infatti, la mutua ma dovrà comunque essere in possesso di un certificato che dimostra che un collega specializzato ha in cura il paziente e lavoratore per questa specifica patologia – esso non è abilitato a certificare una malattia come la depressione cronica in un lavoratore autonomamente.
    Occorrerà, quindi, che la figura di uno psichiatra verifichi l’effettiva gravità della depressione.
    Perché non uno psicologo?
    Perché il limite dello psicologo è quello di non poter prescrivere farmaci, quindi nella casistica di una depressione ciclica e soprattutto grave, l’assunzione di farmaci è imprescindibile per la sicurezza del paziente.
    Ecco perché occorrerà un certificato medico psichiatrico che attesti la patologia depressiva cronica.
    Ottenuto il certificato – che ovviamente riporterà tutte le eventuali “ciclicità” della malattia – si potrà richiedere il prepensionamento.
    Si ricorda, in ogni caso, che in caso di miglioramento – sempre certificato dallo psichiatra – sarà possibile vedersi revocata l’invalidità civile per depressione cronica e quindi la pensione d’invalidità.
    Se si è in possesso di questa documentazione bisognerà “solo” fare domanda, attraverso i canali preposti.
    Ci teniamo a sottolineare che fare domanda attraverso un team di specialisti permette non solo di dimezzare alcune tempistiche, ma di poter inoltre essere certi di essere seguiti da avvocati in grado di rispondere con prontezza a qualsiasi errore o problematica si venga a creare.

    Conclusioni

    Sei un lavoratore che soffre di depressione cronica e non sai come richiedere il prepensionamento per depressione ed ottenere l’invalidità civile?
    Noi di Risarcimenti e Rimborsi siamo specializzati in pratiche d’invalidità e tutto ciò che riguarda la sfera della disabilità e delle pensioni di anzianità e saremo lieti di effettuare tutti i controlli necessari o una nuova richiesta per te – o per un tuo caro – al tuo posto e a risolvere quelle piccole problematiche di sorta che potrebbero venirsi a creare e che genererebbero ansie e paure in qualcuno di poco avvezzo.
     Non vuoi spendere soldi senza prima avere la certezza di essere idoneo? Il nostro primo consulto è assolutamente necessario, poiché valuteremo noi per primi l’idoneità della persona nell’effettuare la domanda per non dare false illusioni né far perdere tempo prezioso.
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