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    Prepensionamento per depressione: esiste davvero?

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    In Italia la depressione viene – purtroppo – ancora vista come una sorta di malattia fantasma, qualcosa che il soggetto che ne soffre può e deve farsi passare sforzandosi di tirarsi su.
    Quasi non fosse una vera malattia o non fosse comparabile ad una malattia fisica.
    Ma cosa dice la Legge e soprattutto: esiste il prepensionamento per depressione?

    Che cos’è la depressione?

    Secondo il DSM-V  – meglio conosciuto come il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – il disturbo depressivo si dirama in molteplici modi e con gravità variabili.
    Difatti, il disturbo depressivo o depressione può svilupparsi in qualsiasi periodo della vita di una persona e avere la tendenza a ripresentarsi nel tempo, dopo la prima volta.
    Il maggiore grado di depressione è stato riconosciuto, per fortuna, come uno stadio invalidante e quindi – come previsto dalla Legge – dà diritto ad alcune agevolazioni per chi ne soffre.
    Perché avviene ciò?
    La Legge riconosce il disturbo depressivo maggiore come invalidante poiché non solo compromette la capacità lavorative ma arriva anche a compromettere la funzionalità dello svolgimento delle attività quotidiane.
    Basti pensare al fenomeno dell’Hikikomori arrivato anche in Italia e a quanto la persona sia impossibilitata a svolgere le azioni più comuni, come il semplice lavarsi.
    A questo bisogna aggiungere disturbi del sonno, stordimento, pensieri sulla morte e ansia.

    In quali casi la depressione viene considerata invalidante a livello lavorativo?

    Per parlare di invalidità a livello lavorativo la depressione deve essere considerata cronica, questa tipologia di depressione – che porta ad un turbamento psicologico inconscio e involontario irreversibile – favorisce dell’invalidità etica, legata alla sfera mentale e psicologica.
    Ovviamente, per poter ottenere il prepensionamento per malattie gravi inerenti il disturbo dell’umore bisogna disporre di un apposito certificato redatto da un medico con diagnosi allegata.
    Bisognerà, inoltre, dimostrare che questa sindrome depressiva cronica si è riproposta più volte nel tempo e con fasi prolungati in modo grave e che ha influito negativamente sulla capacità di guadagno della persona affetta.
    Ricordiamo che in caso di miglioramento, è possibile che la pensione di invalidità per depressione possa essere revocata.
    La Cassazione ha specificato però che perché avvenga la revoca, il miglioramento della sindrome depressiva dovrà essere comprovato da uno specifico certificato medico.

    Che cos’è il prepensionamento per depressione?

    Che cos’è quindi, in soldoni, il prepensionamento per depressione?
    Con prepensionamento per depressione si intende un azione mossa dal lavoratore che nel tempo ha sofferto e soffre di disturbi depressivi cronici di entità grave che limitano la sua capacità di svolgere le azioni del quotidiano e diminuiscono la capacità lavorativa, inficiando sulle sue disponibilità economiche.
    In suddetto caso, il lavoratore ha diritto di avvalersi della Legge 104 per poter richiedere la pensione d’invalidità e il prepensionamento per depressione cronica.
    Dimostrare che il disagio emotivo che si sta provando non è sporadico ma anzi rientra nello spettro dell”invalidità emotiva e meriterebbe quindi un punteggio di invalidità non è così semplice.
    Bisognerà, infatti, poter dimostrare che il lavoratore soffre realmente di depressione cronica attraverso un professionista che sia quindi disposto a redigere un effettivo referto medico.
    Se siete seguiti da un professionista dovrete quindi fargli redigere un referto medico che dimostri la vostra depressione cronica di grado maggiore.
    Se non siete seguiti da un professionista e non volete spendere, potete affacciarvi al servizio gratuito di CSM e richiedere che una commissione medica formata da psicologi, psichiatri e psicoterapeuti vi valuti per poter iniziare con loro un percorso ed ottenere, quindi, anche il referto medico.

    Quando si può richiedere il prepensionamento per depressione?

    Quindi, quando si può effettivamente richiedere il prepensionamento per depressione?
    Post covid la società è cambiata, è innegabile.
    Molti lavoratori si sono licenziati o hanno preteso il lavoro tramite smartworking, molti hanno deciso di rinnovarsi e cambiare mestiere, molti altri invece si sono riscoperti infelici, molto più infelici di ciò che credevano.
    In questo contesto le richieste di prepensionamento per depressione invalidante dovrebbero fioccare in ogni dove, ecco perché è necessario specificare ancora una volta che per poter richiedere il prepensionamento per una depressione invalidante questa deve essere considerata cronica.
    Ovvero, bisognerà dimostrare che il problema persiste da molto prima del covid e che si ripropone nel tempo con notevoli disagi per il lavoratore e per la sua sfera personale, oltre che per la sua psiche.
    Ricordiamo che la Fondazione Onda nel 2020 ha stimato che i sussidi annui per lavoratori inabili per depressione cronica ammontavano a 9500 euro.
    Se le cure immediate non dovessero migliorare e il parente fosse di un’età compresa fra i 61 anni – per gli uomini – e i 55 anni – per le donne – si potrà richiedere la pensione di vecchiaia anticipata.
    Così da non dover vivere le cure come una spada di Damocle e vivere il percorso per il miglioramento come fonte d’ansia perché vincolato al ritorno alla vita che ci rendeva infelici.

    Conclusioni

    Sei un lavoratore che soffre di depressione cronica e non sai come richiedere il prepensionamento per depressione?
    Noi di Risarcimenti e Rimborsi siamo specializzati in pratiche d’invalidità e tutto ciò che riguarda la sfera della disabilità e delle pensioni di anzianità e saremo lieti di effettuare tutti i controlli necessari o una nuova richiesta per te – o per un tuo caro – al tuo posto e a risolvere quelle piccole problematiche di sorta che potrebbero venirsi a creare e che genererebbero ansie e paure in qualcuno di poco avvezzo.
     Non vuoi spendere soldi senza prima avere la certezza di essere idoneo? Il nostro primo consulto è assolutamente necessario, poiché valuteremo noi per primi l’idoneità della persona nell’effettuare la domanda per non dare false illusioni né far perdere tempo prezioso.
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