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    Trattamenti di famiglia: a chi spettano?

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    Quando si parla di trattamenti di famiglia si intendono più prestazioni erogate da parte dell’INPS a favore di nuclei familiari particolari, questi specifici trattamenti – però – hanno subito delle grosse modifiche durante il 2022, vediamo quali.

    Cosa sono i trattamenti di famiglia?

    Sono trattamenti erogati dall’INPS ai nuclei familiari che per loro composizione o per necessità economiche si ritrovino bisognosi di un supporto al reddito.
    Si parla, quindi, di prestazioni assistenziali erogate dall’INPS e fra queste svettano le più comuni – fino all’anno scorso, almeno – che vedremo di seguito, ovvero: l‘ANF, l’assegno familiare per lavoratori autonomi e l’assegno di maternità.

    Assegni al nucleo familiare (ANF)

    Con l’acronimo ANF si intende l‘Assegno per il Nucleo Familiare, ovvero una prestazione che l’INPS elargisce ai nuclei familiari di alcune tipologie di lavoratori o pensionati o ancora da lavoratori con assistenza contro la tubercolosi.
    Questa tipologia teneva – vedremo a breve  il perché del verbo al passato o meglio all’imperfetto – conto della composizione del nucleo familiare e del reddito annuale complessivo per poter calcolare l’importo spettante.
    Il quale veniva elargito ai:

    • lavoratori dipendenti nel settore privato
    • lavoratori dipendenti agricoli
    • lavoratori dipendenti di ditte cessate o fallite
    • titolari di prestazioni previdenziali
    • lavoratori in situazioni di pagamento diretto come i lavoratori in aspettativa sindacale o i lavoratori marittimi sbarcati per infortunio.

    Il motivo per cui pocanzi abbiamo utilizzato un tempo imperfetto per riferirci all’ANF è dato dal fatto che quest’ultimo non esiste più. Difatti è stato abrogato dall’articolo 1 del Decreto Legislativo del 21 dicembre 2021 numero 230 che ha avuto inizio il 1 marzo 2022.
    Le richieste fino al 28 febbraio 2022 sono state comunque prese in carico ma l’ANF a partire dal 1 marzo 2022 ha ufficialmente cessato di esistere.

    Assegni familiari per lavoratori autonomi

    Discorso analogo anche per gli assegni familiari per i lavoratori autonomi.
    Questi ultimi erano una prestazione economica pensata per i nuclei familiari di alcune categorie lavorative italiane, purché aventi un reddito annuale complessivo sotto i limiti di legge.
    Gli assegni familiari per lavoratori autonomi erano pensati perché spettanti ad ogni singolo familiare vivente a carico del nucleo familiare e venivano erogati a:

    • coltivatori diretti, coloni e mezzadri
    • piccoli coltivatori diretti
    • titolari delle pensioni a carico delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi  ovvero gli artigiani, i commercianti, i coltivatori diretti e coloni e mezzadri.Anche in questo caso, in seguito al Decreto Legislativo numero 230 del 21 dicembre 2021 entrato in vigore il 1 marzo 2022, gli assegni familiari per lavoratori autonomi sono stati abrogati e sostituiti dall’assegno unico familiare.

    Assegni maternità

    Infine, un altro trattamento familiare è quello legato alla maternità.
    L’assegno di maternità per lavori atipici o discontinui viene elargito dall’INPS ed è una prestazione previdenziale a carico dello Stato.
    Questo assegno spetta:

    • alla madre, che sia biologica o adottante
    • al padre, che sia biologico o adottante
    • ai genitori affidatari preadottivi
    • al genitore adottante non coniugato
    • al coniuge della madre che abbia adottato o della madre affidataria preadottiva
    • ai genitori affidatari in caso non vi sia riconoscibilità o non riconoscimento da entrambi i genitori

    I requisiti, in generale, previsti per questo trattamento, sono la residenza in Italia o la cittadinanza italiana o la cittadinanza in uno Stato Europeo.
    Per la madre, poi, vi sono altri requisiti:
    in caso di madre lavoratrice, questa dovrà aver accumulato almeno tre mesi contributivi per maternità in un periodo che va tra i diciotto e i nove mesi antecedenti il parto o l’arrivo in famiglia del bambino.
    In caso di recesso volontario o meno del rapporto di lavoro durante la gravidanza, la madre potrà far valere tre mesi di contribuzione per un periodo che va dai diciotto ai nove mesi prima del parto.
    Infine, se la madre ha lavorato tre mesi e perso quindi il diritto a prestazioni previdenziali o assistenziali, ha un lasso di tempo che va dalla data in cui ha perso il diritto alla data del parto/affidamento/adozione che non deve essere superiore al periodo di prestazioni godute né ai nove mesi.
    Ricordiamo che in questo caso si sta parlando non della canonica maternità ma dell’assegno alla maternità dello Stato, un trattamento familiare assistenziale che dovrà essere comunque richiesto entro sei mesi dalla nascita del bambino o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affido.
    Come abbiamo potuto notare, quindi, nel 2022 sono pochi i trattamenti familiari che sono rimasti invariati e molti invece quelli che sono stati abrogati e assorbiti dall’univoco assegno unico familiare che ha unito sotto di sé molti bonus e aiuti economici – fra cui il bonus nascita  e il bonus bebè – agevolando una più ampia fetta di persone ma erogando nell’effettivo meno fondi.
    Nei prossimi articoli in merito, vedremo altri trattamenti familiari e come questi siano cambiati nell’ultimo anno e quali possano essere ancora richiesti.

    Conclusioni

    Fai parte di un nucleo familiare e sei in difficoltà ma non sai come muoverti rispetto alle modifiche ai trattamenti familiari? Non sai come effettuare la domanda o hai provato a recarti da Caf e Patronati ma senza successo? Noi di Risarcimenti e Rimborsi siamo specializzati in pratiche di richiesta dell’indennità di accompagnamento e di tutto ciò che riguarda la sfera della disabilità e non solo e saremo lieti di effettuare qualsivoglia richiesta INPS per te – o per un tuo caro – al tuo posto e a risolvere tutte quelle piccole problematiche di sorta che potrebbero venirsi a creare e che genererebbero ansie e paure in qualcuno di poco avvezzo.
    Non vuoi spendere soldi senza prima avere la certezza di essere idoneo? Il nostro primo consulto è assolutamente necessario, poiché valuteremo noi per primi l’idoneità della persona nell’effettuare la domanda.
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