Un errore che fa perdere l’accompagnamento

Sapevi che c’è un errore che fa perdere l’accompagnamento? Una spunta mancante nel certificato medico introduttivo è uno dei motivi più comuni per cui molti invalidi civili al 100% si vedono negata l’indennità di accompagnamento.
È successo anche a te? Non aspettare oltre! Vediamo insieme come puoi ottenere ciò che ti spetta!
Indice
Il certificato medico introduttivo
Come già saprai, il primo passo per essere riconosciuto invalido è il certificato medico introduttivo del tuo medico di base. Si tratta di un certificato medico che viene presentato all’Inps telematicamente per inoltrare la domanda d’invalidità.
È importante che il medico a cui ti rivolgi conosca te e la tua storia, così che possa presentare all’Inps un quadro preciso e ben dettagliato del tuo caso. Chi ti segue deve essere molto scrupoloso in questa fase e deve sapere con precisione cosa richiedi all’Inps e per quale motivo.
Ma vediamo più da vicino com’è fatto. Dopo una prima parte con i dati anagrafici, il certificato presenta tre sezioni.
Le sezioni anamnesi e obiettività servono al medico per presentare il quadro clinico del richiedente, i sintomi che riscontra e anche la storia clinica personale e familiare del paziente.
Dopo troviamo la diagnosi. Qui il medico indica le patologie di cui è affetto il richiedente, con codifica ICD-9 (Classificazione delle malattie, dei traumatismi, degli interventi chirurgici e delle procedure diagnostiche e terapeutiche). Bisogna anche indicare eventuali patologie oncologiche in atto e eventuali patologie gravi.
La parte finale del certificato presenta delle caselle che possono essere sbarrate o spuntate, a seconda di ciò che vuoi richiedere: invalidità civile, cecità civile, sordità, disabilità e handicap.
Ma veniamo al punto da cui dipende un errore che fa perdere l’accompagnamento.
Un errore che fa perdere l’accompagnamento
Tra i campi da compilare vi è una sezione con due spunte a disposizione del medico. Le due caselle che possono essere spuntate riportano queste diciture:
- Persona impossibilitata a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore
- Persona che necessita di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.
Il medico non è obbligato a spuntare la dicitura, ma può spuntarne una o entrambe se lo ritiene opportuno. La presenza di queste due spunte non dà automaticamente diritto all’indennità di accompagnamento. Si tratta di una indicazione del medico che va valutata dalla commissione medica dell’Inps.
La mancanza di questa spunta ha portato l’Inps a non concedere l’indennità di accompagnamento a persone che ne avevano diritto, sulla base di una certificazione medica non idonea o incompleta.
A difesa dei cittadini, ecco cosa ha deciso la Corte di Cassazione.
La soluzione della Cassazione
Abbiamo visto come, per un vizio di forma, l’Inps abbia respinto delle domande di invalidità o negato l’indennità di accompagnamento a persone che ne avevano diritto. A favore dei cittadini però si è pronunciata la Corte di Cassazione.
Con la Sentenza n. 14412/2019, la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato che la mancata spuntatura delle due ipotesi non rende improcedibile la domanda amministrativa finalizzata a ottenere l’indennità di accompagnamento.
L’errore infatti non riguarda la domanda di invalidità presentata dal richiedente, ma solo il certificato medico, che deve essere poi valutato dalla commissione medica.
Nonostante questa sentenza a tutela dei richiedenti, è sempre meglio controllare bene che il certificato medico introduttivo inoltrato dal medico non presenti errori e sia compilato in ogni sua parte. Ricordiamo che questo certificato dovrà essere consegnato alla commissione medica prima della visita. È importante quindi fare il possibile per offrire un quadro clinico chiaro e presentarsi bene alla commissione.
Cosa fare se l’Inps non ti riconosce l’indennità di accompagnamento?
Abbiamo visto qual è un errore che fa perdere l’accompagnamento, come evitarlo e come si è pronunciata la Cassazione in merito.
Ma cosa fare se la commissione medica non riconosce l’accompagnamento? Occorre rivolgersi subito ad un avvocato e fare ricorso entro sei mesi dal verdetto.
Noi di Risarcimenti & Rimborsi siamo pronti ad ascoltare la vostra storia e a batterci per i vostri diritti!
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